Huffington Post, 7 giugno 2016
“Tutti noi abbiamo il nostro supereroe preferito. Non sempre sono titani muscolosi di “Batman v Superman”, film proiettato nelle scorse settimane in tutto il mondo, anche nel cinema vicino a casa mia in Repubblica Dominicana.
Ci sono tanti modi in cui i supereroi possono salvare il mondo. Ci sono gli eco-guerrieri, che senza paura si legano agli alberi o bloccano una petroliera. Ci sono tutti coloro che combattono per la giustizia ambientale come avvocati, attivisti e leader dei movimenti, che agiscono dietro le quinte. Ci sono le celebrità come Leonardo Di Caprio, che ha dato vita a una fondazione rivolta ai problemi ambientali e che nel suo discorso di ringraziamento per l’Oscar si è rivolto alle Nazioni Unite parlando con molta passione dei cambiamenti climatici. E poi ci sono le persone che conosciamo, quelle più vicine a noi, come l’amico diventato vegetariano, l’altro che coltiva l’orto oppure quello che ricicla tutto.
E gli agricoltori? Rientrerebbero nella vostra lista di “eroi verdi”? Molto probabilmente no. In certe parti del mondo l’agricoltura evoca immagini di grossi allevamenti intensivi con enormi campi coltivati a monocoltura, trattori giganti e macchine che diffondono sostanze chimiche tossiche in maniera indiscriminata.
I contadini spesso vengono criticati per i danni che causano alla nostra fragile terra e senza dubbio l’agricoltura ha contribuito alla distruzione dell’ambiente. L’agricoltura industriale di tipo intensivo ha rovinato gli ecosistemi, inquinato il suolo e le acque, prosciugando fiumi e laghi per l’irrigazione dei campi.
Ma c’è un altro modo di coltivare, in grado di nutrire il mondo e proteggere il pianeta. I contadini, anziché essere un problema, possono rappresentare una grande parte della soluzione.
500 milioni di piccoli agricoltori in tutto il mondo -compresi i soci della mia cooperativa di produttori di banane – producono fino all’80% del cibo a livello mondiale, in gran parte destinato ai paesi più sviluppati. Diversi studi hanno dimostrato che l’agricoltura su piccola scala è il metodo di produzione più sostenibile a livello ambientale. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile proposti dalle Nazioni Unite riconoscono il ruolo centrale dell’agricoltura per il futuro del nostro pianeta. Per esempio, l’obiettivo n. 2 dice: “L’agricoltura, la gestione dei boschi e dei mari, se praticati in modo corretto, possono fornire cibo per tutti e generare redditi dignitosi, promuovendo uno sviluppo economico centrato sull’uomo e che tuteli l’ambiente.”
È la frase “se praticati in modo corretto” che conta davvero. Impegnarsi per salvaguardare la biodiversità e l’ambiente è molto importante per la mia cooperativa di piccoli produttori con cui lavoro in Repubblica Dominicana. Da una parte gli Standard Fairtrade ci chiedono di proteggere l’ecosistema attraverso regole rigorose che limitano l’uso dei pesticidi e di Ogm, l’erosione del suolo, le emissioni di Co2, promuovono la conservazione dell’acqua e l’uso responsabile dell’energia e tutelano la biodiversità. Ma praticare in modo veramente corretto l’agricoltura è qualcosa che va oltre il semplice rispetto delle regole. Le persone si stanno rendendo conto che è importante dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Per esempio, abbiamo spinto i nostri soci a piantare alberi da frutto attorno ai confini delle loro piantagioni di banane per proteggere il raccolto dalle tempeste e dai venti e fornire molta frutta gustosa da mangiare. Questi agricoltori coltivano anche fagioli e altri cereali che servono a fissare il nitrato al suolo e attirare le api per fare il miele, da poter vendere al mercato locale.
Tanti contadini hanno abbandonato i campi negli ultimi anni e oggi più della metà della popolazione mondiale vive nelle città. Per questo puntiamo alla prossima generazione di supereroi dell’agricoltura. Nella mia cooperativa di produttori di banane investiamo in programmi di educazione e formazione per i giovani: a scuola imparano a produrre fertilizzanti biologici per poi insegnarlo agli altri agricoltori.
Naturalmente, non esistono solo le banane. Nello Sri Lanka, i coltivatori di tè della cooperativa Sofa si impegnano nella protezione del suolo, la piantumazione di nuovi alberi e la riduzione delle emissioni di carbonio. Usano parte del loro Premio Fairtrade per favorire la biodiversità attraverso lo scambio di semi e piante tra agricoltori. Al recente World Cocoa Conference ho parlato con dei coltivatori di cacao Fairtrade che stanno utilizzando vecchie cabosse di cacao per produrre del fertilizzante organico.
Ci vuole tempo, impegno e pazienza, qualità che non sempre associamo ai supereroi! Messo assieme, il lavoro portato avanti dai piccoli produttori e dalle loro famiglie in tutto il mondo per proteggere il nostro fragile pianeta, è realmente imponente. Questi piccoli agricoltori non indossano mantello e calzamaglia, ma meritano di stare in cima alla nostra lista di supereroi ambientali. Con il nostro supporto, insieme, si può salvare il mondo.”