L’economia dello spazio raccoglie diverse attività, dalla ricerca e sviluppo, alla fabbricazione e utilizzo di infrastrutture spaziali (per esempio razzi, satelliti e la Stazione Spaziale Internazionale) fino a tutti quei servizi dipendenti dall’utilizzo di dati satellitari, come i servizi meteorologici, i telefoni satellitari e il Gps.
La space economy si estende ben oltre i confini dello spazio cosmico in sé, impattando la vita di milioni di individui ogni giorno. Secondo i dati di Seraphim Capital, in media, interagiamo ben 36 volte al giorno con dati provenienti dallo spazio.
Non solo osservazione delle grandi costruzioni per monitorare lo stato di manutenzione, come nel caso del Ponte Morandi a Genova. Sono tante le attività che si possono fare con i Big Data di derivazione spaziale.
Vediamo alcuni esempi:
1. Tutela di beni:
in un contesto come quello di Pompei, in cui i muri crollano per le frequenti oscillazioni del terreno, un sistema di osservazione permette di capire dove avvengono le oscillazioni più frequenti e intervenire per tutelare i muri in pericolo.
2. Assicurazioni e agricoltori:
attraverso l’osservazione della terra, si può verificare se su un determinato terreno ha grandinato, per quanto tempo e quanto a lungo la grandine è rimasta sul terreno stesso. In questo modo l’assicurazione è in grado di coprire il danno in maniera immediata e senza costi aggiuntivi.
3. Coltura ittica e pesci allevati in mare:
ci sono startup che hanno ideato soluzioni che, attraverso dati di derivazione spaziale, permettono di monitorare lo stato dell’acqua, la qualità della stessa e la prevenzione di rischi derivanti da alghe, meduse o inquinamento che possono danneggiare l’industria del pesce.
Inoltre, poiché un impianto di acqua per la coltura dei pesci è costoso, queste soluzioni indicano il posto giusto nel quale l’impianto va posizionato, se nel Mediterraneo o nell’Oceano Atlantico, in base a dati statistici e caratteristiche del luogo e dell’impianto.
I numeri della Space Economy
Nel mondo la space economy vale 350 miliardi di dollari: di questi circa 80 miliardi sono legati all’industria non satellitare e provengono da budget governativi; tutto il resto proviene da privati.
A livello globale, dal 2000 ad oggi ci sono stati 6,3 miliardi di capitali investiti dai venture capital in attività e startup legate alle attività nello spazio; 250 sono i venture capital che hanno fatto investimenti in startup del settore spaziale.
Come funziona il processo di selezione?
Le candidatura ricevute verranno valutate dal nostro Admission & Review Board composto dal professori e professionisti del settore Intelligenza Artificiale. Le idee valutate positivamente accederanno alla fase finale in cui i team si sfideranno a colpi di pitch: ogni startup avrà a disposizione 5 minuti per raccontare la propria idea, più 5 minuti per eventuali domande o approfondimenti da parte del board.
Cosa si vince?
Le idee ritenute valide riceveranno in premio 3 mesi di incubazione all’interno dell’Innovation Habitat di Digital Tree, il supporto dei Business Analyst e degli specialisti Tech per lo sviluppo dell’idea, oltre che 4 postazioni all’interno dell’incubatore e la possibilità – al termine dei 3 mesi – di accedere al percorso di incubazione.
Come candidarsi?
È possibile candidarsi comilando il form sul sito > https://digitaltree.ai/call-4-startup/